Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/179


— 171 —

come faceva ogni giorno coi suoi di famiglia.

Vestita di nero, coi capelli che le circondavano il viso come due vive bende di lutto sormontate dalla corona d’ebano delle treccie, aveva le guancie arrossate dal calore dei fornelli, ma d’un rossore che a poco a poco si scoloriva e le lasciava sul volto un pallore livido di stanchezza.

Quando ebbe servito tutti, sedette fra la nonna e Gavino, sporgendosi in avanti per vedere se non mancava nulla a nessuno.

Non mancava nulla. A capo tavola sedeva zio Predu, che un po’ sdentato come era masticava lentamente e dai baffi lasciava sgocciolare il brodo sui peli grigi della barba. All’opposto lato stava Juanniccu, ma pareva fosse lì per esilio e non per onore, cosa che del resto non lo preoccupava, a giudicarne dalla tranquillità con cui mangiava e beveva: e beveva tanto che lo stesso Gavino, da un lato, tentò di allontanargli la bottiglia, mentre Agostino, dall’altro, gli toccava il piede col piede.

In quanto al bere anche zio Predu non scherzava; anzi pareva volesse dare il buon esempio perchè di tanto in tanto