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cosa che faceva piacere alla nonna. Ella vedeva tutto come dal fondo d’un sogno; e cercava di lusingarsi nella speranza che tutto potesse proseguire così, il figlio ravveduto, la nuora rassegnata a lavorare con le serve, Gavino sano e allegro, gli sposi felici, sempre ridenti come stavano adesso davanti alla finestra aperta della camera sull’orto; Agostino in giro a far gli affari per la famiglia anche nei giorni di festa; la cucina sempre odorosa di buoni pranzi; e zio Predu a proteggere e beneficare tutti come il Dio della famiglia.

Eppure in fondo sentiva qualche cosa brontolare, qualche cosa tentar di rompere il velo del sogno; come un uomo sepolto vivo che batte e grida nella sua cassa per farsi aprire; e quando Nina le sì avvicinò chinandosi per dirle che tutto era pronto ma che si aspettava Agostino, e volse gli occhi rapidamente verso la finestra della camera attigua, e più rapidamente li rivolse in qua, con un fugace splendore, ella ebbe quasi paura di quegli occhi e abbassò i suoi.

— Che dite, aspettiamo un altro poco?

La donna non vuole, perchè dice che la roba si guasta.

— E allora andiamo. Oh, Predu, andiamo a tavola?