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Nell’aprirlo che ella fece, si vide una nuvola di vapori e le due vedove, Nina e quell’altra, che correvano di qua e di là con piatti in mano.

Annarosa andò dritta a salutare zio Predu. Egli la guardò dal basso in alto sollevando il duro viso barbuto e parve stentare a riconoscerla.

— Ebbene, sei tu? E mettiti a sedere.

Ella si mise a sedere; Stefano si avvicinò e stette dietro, guardandole i capelli pettinati con insolita cura.

— E lasciatelo aperto quell’uscio, — riprese il vecchio, — se entra un po’ di fumo fa bene: è fumo d’arrosto. Non datemi troppo da mangiare; se no mi dimentico di dirvi quello che son venuto a dirvi.

Abbassò un momento la testa, si lisciò la barba.

— Ah, — disse, poi, come ricordandosi, — ecco di che si tratta. Quando vogliamo romperla questa catena?

— Ribadirla, volete dire! — esclamò Stefano, tentando di prendere la cosa alla leggera. Ma il padre, nonostante il suo tono volontariamente distratto, era serio, grave.

— Se fosse potuta venire qui la mia