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e vi si specchiò. Sullo sfondo tremulo del paesaggio, là dentro il vetro, si vide piccolo e rossiccio, col suo corpetto di velluto, la sua berretta nuova, come uno di quei contadini da presepio verniciati in nero.

E pensava che anche Mikedda era piccola e magra; ma doveva crescere e forse anche ingrassare; i polsi li aveva forti, e diceva lei ch’era buona a pulire il grano e la farina e a far da sola il pane di un ettolitro di frumento.

— Adesso sentiremo dalla padrona Agostina quanto c’è di vero in tutto questo.

Scese, guardò se in cucina le fave che aveva messo a cuocere bollivano, guardò se i buoi mangiavano. Mangiavano, i buoi, nel cortiletto caldo, e pareva salutassero il padrone col lento scuotere della coda; ed egli sedette un momento sulla pietra ove di solito la sua prima moglie s’indugiava a filare e cucire, e pensò un’ultima volta se il passo che faceva era ben fatto.

Gli parve che appunto lo spirito grave della sua prima moglie, aleggiando intorno, colle ombre grandi dei buoi, col lento smuoversi delle loro code, con quel silenzio stesso di casa deserta fatto più grave dai gridi di fuori e dal suono delle campane, gli dicesse: