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Poi la vecchia l’aveva mandata ad assistere la parente malata....
Il passo di Juanniccu, il suo lieve tocco al portone la riscossero. Rapida balzò, chiuse l’uscio di comunicazione fra la stanza e la cucina, depose il lume sulla tavola.
Nel vedere che apriva lei, Juanniccu ebbe come un moto di spavento: stette, pesante e tremulo, sulla soglia, aspettando ch’ella si ritraesse, poi entrò, a testa bassa, lasciando a lei la cura di chiudere.
E lei chiudeva, con un lieve tremito nelle dita. Ancora non sapeva come cominciare il discorso, se fermare il cognato nella cucina o seguirlo nella sua camera, perchè gli altri non sentissero. Aveva paura che egli alzasse la voce. Meglio forse era lasciarlo andare, aspettare un momento più opportuno, tanto più che egli sembrava ubriaco, almeno a giudicarne dall’odore di vino che esalava.
Un senso di ripugnanza la prese. No, era meglio tacere; e s’indugiava a chiudere per lasciarlo andar su; ma d’un tratto sentì di nuovo che era la paura, non la repugnanza, a farla esitare. Allora, stringendosi le mani l’una con l’altra per fermarne il tremito, si affrettò per raggiun-