Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/151


— 143 —

della notte primaverile e un grido lontano di assiuolo. Ma non si commoveva: non voleva commuoversi; solo, di tanto in tanto, un’ondata di sangue le balzava sino alla radice dei capelli, e le dava il desiderio folle di uscire nella strada, di andarsene per il mondo, nella notte tiepida, in cerca di libertà.

Poi tornava pallida e fredda e tendeva l’orecchio aspettando di sentire i passi del cognato.

Ma ancora non sapeva precisamente che cosa dirgli, e aveva paura d’approfondire il suo male col solo parlarne. Era uno di quei mali di cui non si pronunzia mai chiaro il nome.

E come il cognato tardava, ella si piegò un poco, chiuse gli occhi e le parve di scendere in un luogo oscuro, molle e misterioso, come nei sogni. Ma non dormiva.

Ricordi e immagini le passavano confusamente nel pensiero. Le pareva d’essere ancora ragazza, nei primi giorni ch’era venuta a stare presso i parenti in qualità di bambinaia non pagata. Durante la giornata stava coi bambini nell’orto, o li conduceva in chiesa e si divertiva con loro: ma alla sera le toccava di aspettare il padrone, perchè la vecchia non concedeva