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denari, sebbene Agostino volesse aspettare che i prezzi dell’olio aumentassero.
Cominciarono a fare dei calcoli, come faceva lui. La matrigna osservò, con voce amara e beffarda, che in casa di Stefano le casse e gli armadi erano pieni di biancheria e Annarosa poteva andar là con le sue sole camicie.
— Miserabili a questo punto non siamo, — rispose la nonna; poi per punirla in qualche modo le ordinò di mandare a richiamare il figlio e la serva dalla strada.
Allora Nina si alzò, alta, quasi minacciosa, incalzata da un senso d’ira che non sapeva più dominare.
— Mikedda non è nella strada, — disse con la sua voce amara — è nella casa del vicino a divertirsi un poco con lui.
— Tanto meglio! E tu, da buona padrona, dovresti un po’ sorvegliarla.
— S’ella non dà ascolto a voi, come può dare ascolto a me?
— E tu dovevi riferirmelo prima.
— Se tutto vi si dovesse riferire ben meraviglia ne avreste e poco riparo potreste metterci.
Annarosa guardava la matrigna: mai l’aveva veduta così irritata; s’accorse che anche lei la guardava con occhi di sdegno e arrossì.