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tre fiori. Tutto andrà bene, per te, se tu vorrai. Annarosa nella sua casa come una regina. Agostino con noi, buono e nostro come il nostro pane; e Gavinuccio che sarà la gioia della famiglia. Studierà, andrà lontano Gavinuccio nostro. E adesso va a guardare quei due: chiamali dentro; l’aria si fa scura.
La predica era finita; ma la donna non si mosse. Non sentiva neppure la forza di rispondere; le pareva d’essere come la biscia a cui sono stati tolti i denti; giù, molle, abbandonata, senza dolore e senza forza.
E continuava a domandarsi come il suo segreto era stato violato. D’un tratto, come in uno sfondo nebbioso, tra figure che si muovevano incerte e lugubri, vide quella del cognato, accanto a quella di zio Predu; il viso morto di Juanniccu e gli occhi vaghi parevano affacciarsi da un mondo lontano, torbido; ma guardavano di qua, e osservavano le cose del mondo dei vivi.
Sì, egli era stato là, nei giorni della morte; nessun altro poteva averla osservata. E sentì in fondo al cuore un desiderio di vendetta. Pensò di nuovo che mai era venuta meno ai suoi doveri; non cercava nessuno, non faceva male che a sè stessa, uccidendo giorno per giorno la vita in lei. Perchè le frugavano il cuore?