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già metteva i germogli e il muro del pozzo ancora dorato dal lungo tramonto. Non era più tempo che i giovani stessero accanto al fuoco.
— Andate fuori, andate un po’ dunque nell’orto, — disse agitando la canna verso la porta.
E i fidanzati s’alzarono, obbedienti. Stefano accomodò sul collo di Annarosa un lembo del risvolto di merletto; ed ella lasciò fare tranquilla; parevano tutti e due tranquilli, come già marito e moglie sposati da tanti anni; e la nonna con la sua canna in mano li guardava di sotto in su ricordando che al solo sentirsi toccare da un dito del suo fidanzato, in un tempo lontano, tremava tutta e stringeva i denti per non gemere.
— Andate: camminate un poco.
Appena essi furono usciti cercò con gli occhi la nuora. La vide che guardava i fidanzati dalla finestra della camera sull’orto; la sua figura nera si profilava dritta, rigida, sullo sfondo del cielo tutto coperto di nuvole d’oro che si spaccavano come la buccia di un’immensa arancia. Sembrava un crepuscolo estivo. Una gioia quasi carnale era nell’aria tiepida e fragrante, nella luce dorata che penetrava e rallegrava anche l’interno della casa. Giù