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svegliò dal suo sogno e riabbassò la testa sul petto.

Quando ebbe ripreso respiro ella disse:

— Juanniccu, ubriaco sei, ma la coscienza ce l’hai. Bada che tu adesso, tu hai detto una cosa grave. Perchè l’hai detta? Tu calunnii la tua stessa famiglia. Ma non ti lascerò andar via di qui, mi trascinerò dietro di te, se tu non mi spieghi le tue parole.

— C’è poco da spiegare! Avete sì o no mandato voi Nina in quella casa? L’avete mandata. E Nina è donna e ancora giovane. E ha gli occhi in faccia. Allora ha guardato Stefano e Stefano è uomo e anche lui ha gli occhi in faccia.

— Anche tu hai gli occhi in faccia, idiota.

— Anch’io ho gli occhi in faccia, — egli ripetè pazientemente. — Così ho veduto che si guardavano.

Ella gli strinse più forte il braccio; tremava tutta, anche nella parte morta del corpo. Dopo un momento di silenzio domandò sottovoce:

— Che altro c’è stato fra loro?

— Nulla c’è stato. Si guardavano.

— Si guardavano! — egli ripetè per la terza volta, con voce un po’ stridente come stesse per piangere.