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la mano e fece un passo come dovessero andarsene assieme; la sua mano era sottile, fresca come bagnata di rugiada. Annarosa ricordò la mano di Stefano ed ebbe paura. Si sentivano fino alla strada le voci là dentro che discutevano: le sembrò che tutti, anche la nonna, si alzassero per inseguirla. Tornò sullo scalino della porta, e prese l’altra mano di Gioele; e se le portò al viso ardente, le due mani fresche come due foglie, si asciugò le lagrime con le dita di lui: poi lo respinse lievemente accennandogli di andarsene; ed egli obbedì.



Fu quella sera stessa che la nonna volle parlare con Juanniccu.

Sebbene tutto andasse bene non era contenta, la nonna, e sentiva il bisogno di sfogarsi con qualcuno.

Era già a letto, sola con Mikedda, perchè Annarosa e la matrigna erano andate a partecipare ad una famiglia di parenti l’avvenuto fidanzamento, e Agostino era in giro per l’affare dei buoi.

— Sta attenta, — disse alla serva, — appena il padrone Juanniccu rientra, fammelo venire qui: e tu poi va a letto.