Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/123


— 115 —

narosa la catenina d’oro, segno della promessa di matrimonio; ma soddisfatto anche perchè gli era riuscito di portare prigionieri i buoi che pascolavano di frodo nell’uliveto.

— Mi scuserai, Stefano, se non mi sono fatto trovare in casa per la tua visita, — disse gravemente.

Stefano lo guardava con un’aria lievemente canzonatoria che ricordava quella del padre.

— C’erano qui le donne a ricevermi!

— Lo so, perdio, che non venivi a visitare me. Tu dirai però che il santo giorno di Pasqua non si va in campagna. C’era bisogno, però, lo vedi. Li vedi come son grossi i due amici? Del resto, loro facevano il fatto loro; è il padrone, il malfattore, e dovrà lui ben rifarmi dei danni; se no lo farò condannare per pascolo abusivo: e pagherà, oh, mi dovrà ben compensare questa giornata di Pasqua.

Stefano però, che sapeva per pratica come vanno a finire queste cose, dava consigli concilianti; raccontò di un contadino che per vendicarsi d’una contravvenzione per pascolo abusivo aveva stroncato tutti gli alberi d’un podere; e parlava ad Agostino come ad un ragazzo, cer-