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andato a male, che nessuno vuole. Hai cinquant’anni e sei lì come un bambino che ne ha tre. Colpa mia, del resto. Eri l’ultimo, quello che non si vuol veder crescere perchè resti un bambino nella casa: e così sei rimasto. La pigrizia ti ha roso le ossa. E non eri stupido: hai anche studiato, ma adesso ti sei dimenticato persino di leggere. Fossi stato almeno vizioso; ti fossi almeno divertito! Neppure a questo sei stato buono. E morta io che farai? Nuora mia e i miei nipoti ti cacceranno via di casa come un vecchio cane. Via, via! — disse a voce alta agitando la canna come per scacciare davvero un cane.

Ma la sua stessa voce la svegliò dal cattivo sogno.

Sentì che esagerava. Il piccolo patrimonio del quale la famiglia viveva era suo. E la nuora non possedeva un centesimo. Era una parente povera accolta adolescente in casa per badare ai bambini del figlio maggiore vedovo, del quale, poi, per convenienza, era diventata la seconda moglie.

Morto anche questo figlio maggiore, la vedova e i tre orfani, di cui l’ultimo nato dal secondo matrimonio, s’erano stretti intorno alla nonna come ad una madre