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nonna e zio Predu. Ecco, era già prigioniera; zio Predu teneva il bicchiere fermo sopra il pomo del bastone e d’un tratto s’era messo a parlare con la nonna, ricordando un loro incontro, in una festa campestre, e un fatto strano quivi accaduto.
— Ti rammenti, Agostina Marini? C’era un cavallo malato di bolsaggine, condotto da uno straniero; d’un tratto un uomo si avvicina e dice: questo cavallo è mio, mi è stato rubato dalla tanca. Lo straniero gridava e protestava: fece vedere il bollettino come aveva comprato il cavallo, ma l’uomo diceva: io il tuo bollettino lo metto ad accender la pipa; il cavallo è mio. E prese la testa della bestia fra le mani, lo guardò negli occhi, disse: mi riconosci? Il cavallo nitrì; tutti noi si sentì un brivido. Ma lo straniero non si voleva arrendere. Ebbene, disse l’altro, facciamo una prova: io monto il cavallo e lo faccio correre nonostante la sua bolsaggine. Lo straniero acconsentì. L’altro montò il cavallo e il cavallo si mise subito a correre. In un attimo sparvero cavallo e cavaliere: il bello è che non tornarono indietro e lo straniero, imbambolato, continuò, se gli piacque, il viaggio a piedi. Ti ricordi, Agostina Marini?