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tica. Non dico che tu debba fare il pane d’orzo e andare a cogliere le olive, ma, infine, alzarsi presto la mattina bisogna.

Ella rispose, quasi sottovoce, con una umiltà che nascondeva a stento un fondo di amarezza:

— E la vita nostra com’è? Tutti lavoriamo. Non c’è altro da fare.

Il viso del vecchio si illuminò, per un momento, mentr’egli diceva:

— Oh, bada, Stefene è un buon ragazzo: ti accorgerai chi è lui, quando lo conoscerai.

Poi subito riprese la sua aria di lieve derisione.

— Perchè stai così, a occhi bassi? Prendi dunque una sedia e mettiti qui a sedere.

La nonna disse con voce turbata:

— Annarosa, pensa di dar da bere a questo vecchio.

— Oh, vecchio! Vecchio! Protesto! È più vecchio il diavolo, di me!

Annarosa andò a prendere il vino, dall’armadio di cucina; lo versò piano, guardando il bicchiere, pensò che le sarebbe toccato vivere chi sa quanti anni con quell’odore di selvatico attorno, e ne provò un senso d’angoscia. Poi mise il vassoio sopra la cappa del camino e sedette fra la