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po’ strano, allampanato, nero, con gli occhi grandi da fanatico. E la sottana è abbastanza unta e scalcinata.

— È povero, sì, anche lui, perché la parrocchia è una delle più povere del mandamento. Non si può neppure distribuire il battesimo, nella nostra chiesa, poiché il battistero non esiste più. E di questo il parroco piange come un martire. Eppure la pieve fu un tempo ricca e piena di splendore. Adesso, se permette, le attacco un bottone.

— Dica, dica pure, — esclamai ridendo.

Mi accorsi che il mio slancio d’ilarità gli fece piacere: e riprese a parlare con l’accento professorale di quando m’aveva accennato alla sua tesi di laurea.

— La pieve, dedicata a Santo Antioco, probabilmente un santo bizantino, del quale adesso non so darle precise notizie, ha, come lei avrà notato, forma basilicale. Risale, la sua costruzione, al 900. In quell’epoca era certo un gioiello d’arte; e molti venivano a visitarla, e vi si fermavano i pellegrini diretti a Roma e a Gerusalemme. Infatti, avrà notato, sul muro esterno della chiesa c’è un frammento di croce che fa vedere, nel centro, una mano chiusa, con l’indice e il medio alzati: simbolo che benediva e salutava i passeggieri. Ma oltre a questo avrà veduto la lapide che accenna ad un primo re-