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fra il chiarore degli ulivi e quello della fiumana corrente: anche i capelli di Francesca, che si era tolta il fazzoletto, erano di un biondo argentato, ritorti intorno alla testa giovanile.
Eppure mi sentivo a disagio: oh, molto più che nella catapecchia del mio vecchio Paolone. Ma il disagio era forse tutto mio, di natura interna, destato dal pensiero che io stavo lì come un postulante, venuto a chiedere una raccomandazione: solo una raccomandazione; poichè l’altra fisima, che il podestà potesse aiutarmi anche moralmente nella mia opera, già era caduta appena avevo veduto il colore del suo pigiama. Anzi, a dire tutta la verità, la mia agile illusione di compiere, con quel famoso argine, un’opera nobile e meritoria, si era d’un tratto appesantita, prendeva anch’essa una nuova fisionomia: sentivo che io mi agitavo solo per me, per l’adempimento del mio dovere: ma per gli altri? I poveri proprietari degli orti e dei campi di patate e di frumentone, e sia pure di barbabietole preziose, s’infischiano degli allagamenti periodici del fiume: anzi il vecchio Paolo affermava che il limaccio, dopo l’inondazione, lasciava una maggior fecondità alla terra: e tutti mi guardavano come un nemico, disposti a difendere ad ogni costo il loro bene.
Ad ogni modo volevo combattere, per la mia