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– No, grazie a Dio. Ma ho un ottimo portiere, intelligente, onesto, affezionato e quasi geloso di me come la serva Giovanna. È un ex-maresciallo di finanza: s’incarica lui di tutti gli affari dello stabile, del pagamento delle tasse, degli operai per i lavori, persino della coltivazione di una specie di giardinetto che ha impiantato su una delle terrazze della casa, per mio uso.
– Chi frequenta la sua casa?
– Ma… quasi nessuno. Gl’inquilini, che vengono a lamentarsi, a pagare, a domandare riparazioni: qualche rara visita di gente conosciuta quando era vivo mio marito.
Ci fu un momento di silenzio grave: poi il Commissario senza mutar tono, domandò:
– Mi dica adesso delle sue relazioni col signor Franco Franci.
Ella aprì e subito rinchiuse gli occhi; poi tornò a fissarli sull’uomo: e uomo veramente egli adesso le appariva, avvicinatosi da una distanza nebbiosa ove dapprima le era sembrato anche lui un po’ fantasma: ne distinse il viso chiaro, fino, con le narici diafane e la bocca fanciullesca contrastante col mento pietroso. E questi occhi, dove li aveva già veduti? Così velati d’oro, intenti a mascherarsi con l’ombra delle ciglia e il gioco delle sopracciglia che sembravano finte? Dove? Più che la loro ambigua