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morti. Vivo con me stessa e con la coscienza del mio dovere. Vattene.

Allora egli la lasciò, anzi s’irrigidì anche lui, e parve ricordarsi di qualche cosa di oscuro, di lontano, che lo distaccava completamente da lei.

– Scusami, – disse, cercando il cappello; – è vero, c’è ben altro da fare.

E s’avviò per andarsene. Ella lo seguì, fino al corridoio. Si era di nuovo fatta pallida, fredda, ma di un gelo, adesso, che le arrivava al cuore: perduta la sua potenza, si sentiva di nuovo piccola, curva; e batteva i denti. Aveva l’impressione sinistra che l’uomo andasse verso un pericolo mortale: bastava una parola per salvarlo; ella non la pronunziò.

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Dopo che ebbe chiuso la porta, sentì però un senso di liberazione. Adesso, sì, tutto era finito; tutto era stato osservato secondo i regolamenti della vita; della vita ch’ella si era imposta.

Eppure, nel tornare indietro per il corridoio, esitò un momento davanti all’uscio dello studio; si sentiva i fianchi e le braccia come macchiate da ecchimosi, dopo una caduta sia pure involontaria: e le selvagge parole di verità che Franco le aveva detto, le turbinavano intorno come vespe.