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Dio mi perdoni, credo che egli sopporti la mia presenza nella parrocchia, sopra tutto per le mie promesse: intanto gli ho fatto ottenere un sussidio dalla Sopraintendenza dei Monumenti, ed egli ha già iniziato qualche piccolo lavoro di restauro, che io sorveglio in attesa di più importanti occupazioni.

D’altra parte i miei rapporti con Agar hanno preso un andamento deciso e netto. Ella mi ha dichiarato che, finché ha un filo di speranza, vuole aspettare Antioco: ma egli non le scrive, non dà notizie di sé a nessuno del luogo: e l’attesa, o meglio l’illusione di Agar, che io ritengo sia anche una sua astuzia per tentare o di ingelosirmi o di apparire eroica ai miei occhi di apostolo, è fatta di rancore, di odio.

La morte del bambino idiota, poi la vendita della villetta, acquistata, con tutti i terreni intorno, per luogo di villeggiatura, dal Re del tabacco, la partenza di Francesca, andata cameriera in città, le hanno procurato una gioia cattiva, come una sua vendetta personale. Ma dopo si è afflosciata; s’è anche allontanata da me, in un freddo isolamento, dura ad ogni conforto, ad ogni parola di bene: ha capito che Antioco non tornerà mai più in questi luoghi, che da me, dopo la sua confessione, non c’è da sperare che un’amicizia cristiana, e si abbandona inerte al suo destino. Eppure una notizia è riuscita a