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padre paralitico, il fratello che studia. Dice ebbene, signor Francesco, i tempi sono duri; le lezioni diminuiscono, la gente non paga. Perché, signor Francesco, non intercede presso la buona signora Davila perché mi lasci subaffittare una camera? Avrei un’ottima signora straniera, anziana, tranquilla, puntuale.

— Niente, niente, — interruppe la signora Nomi, agitando la mano quasi con violenza anche lei si era fatta arcigna, dimenticando i suoi propositi di svago. Un istintivo timore che anche il signor Francesco, per reconditi suoi fini, volesse violare il regolamento, la richiamava alla vigilanza, alla tragica serietà quotidiana.

Ma anche lui recitava la commedia, e intendeva farlo con impegno, per la comune dignità.

— È quello che ho risposto subito anche io. Allora la signorina Billi, disperata, ma senza la minima intenzione di male, poiché è una santa ragazza, congiunse le mani e disse: eppure il regolamento è già stato rotto; tutti nel palazzo sanno che il cavalier Giovi affitta una camera.

— Invano, — proseguì il portiere, guardandosi le grosse mani che aveva congiunto per imitare il gesto della maestra di pianoforte, — tentai di assicurarla che il signor Antioco Lante è nipote e ospite della signora Giovi: ella scuoteva la testa e assicurava a sua volta che tutti sanno il contrario. Allora io m’impuntai, e le