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La signora Noemi sta ancora un momento ferma ad accarezzare i miosotis felici senza più vederli: quando il passo dei due uomini non si sente più, lascia la terrazza, chiude la porticina e rientrata in casa, manda giù la chiave al portiere avvertendo Pierina di non dirgli nulla.


Mortificato rimase il portiere; ma la voce che la padrona aveva ricevuto e trattenuto a lungo in terrazza i due uomini valeva a ritorcere il suo sdegno contro di lei. Ella avrebbe dovuto dare una lezione al gobbo, e, indirettamente, al signorino Antioco; invece era stata gentile; e la prima, dunque, a trasgredire i regolamenti dello stabile, era precisamente lei. Adesso, poiché Pierina, non ostante i suoi eroici propositi, è di nuovo uscita in buona e rinnovata compagnia, egli va a suonare alla porta della padrona: una, due, tre volte: è il segno convenzionale di quando suona lui ed ha qualche cosa d’importante da comunicarle.

— Oh, signor Francesco, che c’è?

Egli aveva, sì, come sempre, il suo sguardo attento e vigile di cane fedele; ma le labbra scure arricciate erano quelle di uno che ha bevuto un cattivo liquido. Con la mano alzata al saluto:

— Due sole parole, — risponde.