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nis, dove, sul fondo rosso dei recinti battuti, si moltiplicavano e si muovevano come in sale da ballo, agili figure di efebi in maglia e pantaloni candidi e fanciulle vestite di vivaci colori: predominava il rosso; le racchette brillavano al sole come palette d’argento, e le rondini, da un albero all’altro intorno al campo parevano imitare il gioco dei giovani sportivi.

Disse Noemi, per ringraziare Antioco:

— È molto interessante.

— Come conferenza, è stata però troppo breve: ad ogni modo, grazie, — rincalzò il gobbo; ma la sua voce era quasi commossa. L’altro piegò alquanto la testa, sciolse le mani e le sollevò, con le dita aperte, per ringraziare a sua volta dell’attenzione che gli avevano prestata: e Noemi non sapeva se egli lo facesse convinto, o per ironia: ad ogni modo era lusingata per la compiacenza di lui, tanto più che le sembrava aver Antioco parlato del suo personaggio come un attore che studia la sua parte. No, ella non si occupava né s’intendeva molto di letteratura; ma pensava:

«Ecco quello che egli forse vorrebbe essere. Anche sua madre...».

Poi ebbe paura dei suoi pensieri, e di nuovo si domandò se Antioco le piaceva, se poteva penetrare, nella sua vita, se si sarebbero incontrati ancora.