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come quello dei corvi giovani, e lasciavano scoperte le orecchie e la nuca pallide: teneva una mano in tasca; l’altra, mano bianca e curata di studioso, un po’ indietro sul fianco, con una sigaretta che si spegneva.
Noemi ricordò l’anello descritto da Franco, luccicante al fuoco della stamberga di Paolone, e guardò la tasca dove si affondava l’altra mano di Antioco: forse l’anello era lì; poi pensò che il futuro missionario non avrebbe dovuto fumare, a quell’ora: e fu per andarsene; ma il gobbo l’aveva già veduta, coi suoi occhiali che pareva gli permettessero, come alle cornacchie, di vedere dietro e intorno a lui: e sollevandosi tra le sue due prominenze, con una certa grottesca imponenza, salutò alla romana: poi si avanzò, franco e coraggioso e disse, con la sua voce virile:
— Perdoni, signora: eravamo saliti sull’altra terrazza, e il vedere aperta la porta del suo giardino ci ha destato l’invincibile tentazione di visitare le meraviglie di questo paradiso pensile. Mi permetta di presentarle mio nipote, Antioco Lante.
Turbata, sorpresa, sdegnata era la signora Noemi; sdegnata specialmente contro il signor Francesco, che aveva lasciata aperta la terrazza; ma anche un filo di irrisione si intrecciava a questo sdegno, pensando che stava per accadere ap-