Pagina:Deledda - L'argine, Milano, Treves, 1934.djvu/206


— 196 —

fiume pezzettini di carta: erano la lettera di lui e il denaro ch’ella aveva messo da parte per comprare l’anello del fidanzato... Adesso ella morta: è in pace, — Agar riprese, sempre con calma, già un po’ stanca però del lungo parlare; — ogni notte la vedo in sogno: ogni tanto le porto i fiori al cimitero. Eppure anche io l’ho tradita; poiché l’uomo che amava, e lei lo deve aver già capito, era Antioco; ed egli venne da me, dopo che ella si fu sposata, e si lamentò: diceva che la Pia non aveva saputo aspettarlo, che la storia della serva, di Francesca, insomma, era una calunnia, forse messa in giro dagli stessi Decobra, per distogliere la figlia dalla sua passione: da molti anni egli era perdutamente innamorato di lei; girava di notte intorno al convento per vedere la luce della nostra finestra. Piangeva come un bambino; poi mi baciò le vesti, poiché io ero stata l’amica di Pia: poi mi baciò in bocca, come poco fa ha fatto lei. Infine, una notte, qui, dove ci si era dato convegno, mi prese. Giurava che mi avrebbe sposato; invece si vendicava dell’infelice. Questa è la nostra storia.


Dopo una triste pausa, io domandai:

— E adesso?

Senza che ciò mi destasse sorpresa, poiché