Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 190 — |
chio santo Paolone, che anche lui ai suoi tempi è stato una buona lana, laggiù si ripetono tutti i pettegolezzi delle donnaccole che lavano i panni sporchi alla fiumana. E lei crede forse che anche oggi il mio nome e il suo non vengano sbattuti dal bastone delle lavandaie? Mi pare di sentirle, tanto più che fra loro oggi c’è anche la nostra vecchia Rosa.
— Ma lasci andare. Che le importa? Sono piccole cose del mondo, alle quali non si deve badare.
— Parole? Intanto formano il nostro destino. E lei è qui appunto perché le hanno parlato male di me, mentre io... mentre io...
Riprese a singhiozzare; eppure la sentivo forte, più forte di me, più di me vicina alla verità. Mi riavvicinai a lei con tutta l’anima.
— Mentre lei?
Ella si tirò in avanti le trecce, e vi si afferrò, come a un punto di appoggio, o ad un laccio che poteva strangolarla ma anche aiutarla a salvarsi.
Ebbene, le voglio dire tutto. Io pensavo a lei da molto tempo, oh, da molto tempo, anche prima di conoscerla, di sapere che esistesse. Non rida, sa; è proprio così. E l’aspettavo. Ma senta, sì, devo dirle tutto. Io sono figlia di contadini poveri: i miei genitori, i miei fratelli, tutti lavorano la terra; ma lo zio Achille