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Ella pianse più forte, ma abbandonandosi: ritornò docile; singhiozzava ansando, come una bambina che non può esprimere con le parole il segreto del suo dolore. Lasciai allora che si calmasse; ma vedevo un po’ d’ombra intorno a noi, e ricadevo anch’io nella mia pena, come un uccello ferito che invano ha ritentato il volo.
Infine ella sospirò: si era dissetata, riprendeva coraggio, speranza, dominio. Disse, con una voce rauca che non mi piacque:
— Ho fatto male a lasciarmi baciare da lei, prima di averle detto quello che desideravo dirle: ma lei lo ha fatto per questo; e adesso le dirò tutto; e vedrà che non mi vorrà più bene.
Già, infatti, sentivo di volergliene meno: era come se l’avessi posseduta, e sentissi il disgusto che segue all’ebbrezza.
«Ecco, pensavo, ho guastato tutta la bella giornata: speriamo che la cosa si accomodi».
A testa bassa, ma calma e decisa, ella riprese:
— Lei lo ha già indovinato: si tratta del signor Antioco. Egli sarebbe il mio fidanzato. Lo zio non lo sa, perché Antioco non ha mai voluto fare la sua domanda ufficiale: ma in paese tutti lo sanno: lo avranno certamente riferito anche a lei.
— Veramente... sì... – brontolo io, indispettito contro me stesso per essermi troppo presto abbandonato alle mie manifestazioni amo-