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Penso al tragico risultato della vita della mia povera compagna; ed a quello della vita di Agar...

Ma è poi vero quello che si racconta di lei? mi domando ancora una volta. Quasi senza volerlo, sempre però con un istintivo desiderio di sollievo, domando di Agar: e il prete mi risponde sul tono consueto, ma con più profondità:

— Povera figliuola! È la luce della mia casa; è tutto quello che mi rimane della mia famiglia dispersa: ed è buona, Rinuccia, fin troppo buona, docile, silenziosa. Vive solo per me.

Sarà. Io non ci credo; eppure le parole di lui mi fanno piacere: rivestono la fanciulla di un abito nuovo, non più rosso come quello che di solito ella indossa, ma azzurro, a fiorellini, puro e primaverile, intonato all’atmosfera che mi circonda.

Ma ecco nello stesso momento il suo vestito rosso lampeggiare nell’ombra del vialetto: mi pare un’irrisione ai giochi della mia fantasia, eppure mi desta di nuovo un brivido di gioia. Ella sale verso di noi con una certa ansia, come dopo aver fatto una lunga corsa: si stringe le mani al petto, e pare vi tenga un mazzo di fiori: gli occhi mi ricordano ancora quelli della cerbiatta che fugge.

— Zio, zio, — ella grida, tutta spaventata, non so se per la fortuna che le capita, o il suo