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nostro Comune; ma, insomma, sempre qualche cosa c’è, per le persone di buone unghie e di buoni denti. E adesso egli ha filato alla volta di Roma, in cerca di fortuna. Altro che Missioni francescane: ci vogliono le regioni dove gli uomini vanno alla caccia dell’oro, per quel pioniere lì.

— Padre Leone! Padre Leone! — implora la voce caritatevole del parroco.

— Che c’è? — risponde il padre, imitando la voce distratta di Agar. – Ah, la verità punge. Chi però non sa, nel raggio di venti chilometri qui intorno, ed oltre ancora, che il signor Antioco ha bisogno di denari? Non si afferma, con questo che egli sia un ladro, un assassino o un baro. Gioca, è vero, ma con regola d’arte: vince e perde; ma questo è affar suo. E, del resto, adesso che è andato via, gli diamo di tutto cuore il buon viaggio; tanto più essendoci la probabilità che egli non torni più in questi luoghi. E Dio gli conceda pure fortuna e lo richiami nella sua via.

— Amen, — dico io: poi tento di difenderlo. — L’ho conosciuto poco, e soltanto di recente; tuttavia mi è parso un bravo e simpatico giovane. Le voci che corrono saranno forse le solite chiacchiere del locale gazzettino.

Ma la mia difesa non ha effetto: anzi rattri-