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— Sì, padre, racconti. Ho letto ieri un articolo scientifico molto interessante. I cannibali, che noi riteniamo la peggiore specie terrestre, sono tali, invece, perché l’istinto della conservazione li spinge a nutrirsi di carne umana. Durante nove mesi dell’anno essi vivono di erbe e di cibi che, per la natura del suolo locale, mancano di vitamine: e, durante quel periodo, diremo di castità, essi sono miti, buoni, deboli: ma giunta la stagione del loro esaurimento fisico hanno bisogno, per ricostituire il loro organismo, di carne d’uomo, e specialmente d’uomo bianco, che è la più ricca di vitamine: non è dunque per efferata crudeltà, ma per necessità di vita. La scienza adesso spiega meravigliosamente le cose che più hanno afflitto le nostre speculazioni sulla natura umana.

— La scienza, la scienza, — cominciò a gridare padre Leone; e parve poi còlto da un senso di soffocamento. — Prima della scienza, — riprese, calmandosi, — la religione di Cristo ha tutto spiegato, nel mistero dell’essere umano: tutto si chiarisce, sì, con l’amore e la carità: e, prima dei signori scienziati, siamo stati noi, semplici pionieri di Dio, ad arrivare ai recessi dove si annidano gli uomini i più lontani dalla civiltà: e abbiamo pagato con la nostra carne stessa l’esperienza di vita di questi esseri, li ab-