Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 151 — |
— Oh, oh! — Cose semplici, naturali, che tuttavia, a sentirle la prima volta fanno una certa impressione.
Impressione, non del tutto piacevole, mi fece anche l’invito del frate di restare a colazione nella parrocchia; e le parole che, per convincermi ad accettare, pronunziò don Achille:
— Rimanga: resterà anche padre Leone; e Rinuccia farà loro compagnia.
Accettai, anche per un torbido istinto di reazione; poiché il demonio mi suggeriva la malvagia idea che persino don Achille, il povero don Broccolo, mettesse avanti la nipote per i segreti suoi fini.
Sì, Noemi, questo è il mio dubbio crudele: che tutti cerchino di ingannarmi, anche i santi, anche le monache, tutti, per i loro fini di esistenza, come gli animali più forti tendono l’agguato ai più deboli.
E padre Leone non mi abbandona un istante: per distrarmi, però, mi invita a visitare l’orto della parrocchia, ed io lo seguo, dico il vero, con una certa curiosità, fermo tuttavia nel mio proposito di non lasciarmi trascinare oltre il limite delle mie oneste intenzioni.
Scendiamo dunque la ripida scala, che, fra il buco dell’abbaino e lo sfondo giù della porta aperta sullo spiazzo erboso, dà l’impressione di uno dei sentieri tagliati sul poggio pietroso.