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quel corridoio che ha sentore di sotterraneo, e quella scala di pietra che pare scavata nella roccia: i gradini corrosi dànno l’impressione che bocche selvagge e disperate li abbiano, per secoli, rosicchiati; con l’esasperazione dei bambini quando mettono i denti: e il mio pensiero è sempre con lei: lei che sale lieve questi scalini, dapprima troppo alti per le sue piccole gambe; poi sempre più agile e svelta, pronta alla fuga: lei che, arrivata al pianerottolo si ferma a guardare, attraverso la vetrata polverosa, il poggio verde solitario con in cima una croce che pare quella di un calvario.

Il fiume da qui non si vede, ma se ne sente il rumore, minaccioso, impressionante, come nei sogni. E nei sogni spauriti ella forse sentiva questa voce, e pensava al modo di salvarsi dallo spaventoso pericolo.


La sala di ricevimento sarebbe al pian terreno; ma la Madre Superiora ci riceve nella sua camera, poiché i dolori artritici dei quali da lungo tempo soffre le impediscono di muoversi. Seduta su un alto seggiolone a colonne, che pare un trono, ha un aspetto di potenza quasi pontificale: il viso bianco cascante, la bocca piccola e stretta, gli occhietti verdi circondati di minu-