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amore per bisogno di sfogo, ella mi raccontava le sue disperazioni invernali, lassù, nel convento, senza fuoco, senza luce; l’acqua del fiume, anzi dei due torrenti che s’incontrano e si accapigliano sotto le mura dell’edificio, era sempre minacciosa e torbida: una notte salì, invase il cortile, penetrò nell’atrio. Furono ore di angoscia, specialmente per le ragazze pronte a tutte le fantasie: il pensiero dell’argine sorse in lei forse, quella notte: e se lo ricordò, certo, per istinto, per impeto del subcosciente, quando la disperazione della vita la travolse e la portò nella notte eterna.

Io avevo giurato a me stesso, Noemi, di non parlarti mai più di lei; e invece non faccio altro; è come un male che mi costringe a lamentarmi senza tregua. Qui, poi, io rivivo giorno per giorno la sua vita, respiro l’aria ch’ella respirava, la sento presente in ogni cosa.

Mentre si parte, con padre Leone, dopo esserci dato appuntamento davanti alla parrocchia, Agar si sporge da una finestra.

— Padre, padre; mi faccia un piacere; porti, per me, questo mazzolino alla Madonna.

E ci butta un mazzo, stretto stretto, di quei fiori detti di «ogni mese» color oro rosso, che hanno un odore quasi di cicuta: poi si ritira, senza lasciarci neppure il tempo di salutarla. Ho preso io, a volo, il selvatico mazzolino; e il