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invece sincera, limpida; poi, in mezzo ad essa, come dal centro di una fontana, sgorga uno zampillo diamantino che ricade e ritorna all’acqua destandovi un brivido scintillante. Oh, Noemi, è l’usignolo, è la primavera: e quando mi alzo vedo, sul breve orizzonte, di là della riva del fiume, come un barlume di luce nuova: sono i mandorli di un frutteto, che aprono i loro fiori.

Progetti di vita, aspirazioni di bene, fioriscono anche nel mio cuore. Ho bisogno di affetto, di perdono, di gioia: vorrei subito uscire, andare a veder la chiesa e dividere il lascito fra il suo restauro e la costruzione dell’argine: e poi andare oltre, nei luoghi temuti, al cimitero, al cancello della Villa Decobra. Non più su del cancello, poiché i parenti di lei me ne hanno giustamente proibito l’ingresso. Sento però che è troppo presto per uscire, e che, in questi luoghi, è necessario evitare la curiosità dannosa del prossimo: preparo quindi il mio caffè, ti scrivo e penso che sarà meglio recarmi al Municipio per sollecitare la mia pratica.


Sono dunque stato al Municipio, con la speranza di trovarci, almeno per l’ultimo giorno, il podestà. Non c’era, e neppure il segretario, che