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quando la luna sorgeva rosea tra i vapori glauchi della sera, e tutta la terra era una preghiera di ringraziamento a Dio; forse nell’occhio stesso degli agnellini quando cominciano a poter correre fra l’erba e sentono la prima gioia di vivere.

Come il selvaggio affascinato da una musica d’amore, si trascinò vicino alle ragazze e domandò all’amica di Francesca:

— E tuo fratello che fa?

— Fa i suoi affari, — rispose lei, e toccò la compagna col gomito.

— È vero che si deve sposare con Francesca?

Francesca sollevò gli occhi con stupore e con sdegno, ma anche con dolore, e lo guardò; ed anche lui la guardò; e parvero ferirsi fino al profondo dell’anima. Ritornata allegra, l’amica disse:

— Quale Francesca?

— Questa qui.

Allora Francesca si sollevò come una vipera: la sua voce sibilava.

— Chi te lo ha detto?

— Chi se ne ricorda? Tutti lo dicono.

Ella si fece aggressiva: si protese, con le mani pronte a graffiare.