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vecchio era per lei un muto rimprovero.
Eppoi c’era Basilio che la guardava ostinatamente, sorridendo con malizia, seguendo con sguardo curioso ogni suo movimento; e i padroni, fattisi sull’uscio della stanzetta, osservavano. Si volse a loro e disse con voce dispettosa e amara:
— Questo è mio zio Pietro, poveretto, il padre di quel miserabile che ieri notte mi ha percosso.
— Chi ti ha percosso? Melchiorre? — gridò il vecchio, e per il dolore e la sorpresa sollevò le palpebre, lasciando scorgere il bianco rossastro degli occhi spenti.
Basilio spalancò la bocca e cessò di sorridere.
— Non lo sapete dunque? — strillò Paska, continuando a slargarsi il grembiule. E volgendosi or verso zio Pietro, or verso i padroni (la signora era piccola e rossa in viso quanto suo marito era grosso e pallido), narrò la storia, metà in sardo, metà in italiano, curvando in ultimo le spalle, come se i poderosi pugni di Melchiorre stessero lì pronti ad atterrarla ancora.
— E mio figlio ha fatto questo? E mio