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spianata ove le pietre scintillavano di rugiada.

Zio Pietro venne di là, dal bosco umido e brillante; scese dalle roccie come una Deità montana, cieca e forte come le pietre, solenne e mite come gli elci eretti al puro cielo del mattino. Aveva lasciato il berretto di volpe: il cerchio nero della berretta sarda stringeva i suoi capelli argentei. Lo guidava Basilio, che se lo traeva dietro trascinandolo un po’, ridendo, curvando la testa alla ricerca di lembi di suolo meno pietrosi. Giunti a mezzo della radura zio Pietro alzò il bastone e tenendolo in avanti disse:

— Siamo vicini, vero? Ho sentito il campanello.

— Siamo vicini, ma io non ho sentito nulla. Ci avete buone orecchie, voi!

— Si vede nessuno?

— Si vede... si vede.... — disse Basilio, sollevando la testa e guardando qua e là, — si vede.... un cagnolino nero. Oh, che bellino! Te’ te’ te’! — gridò scoccando le dita verso la bestiola che rispose abbaiando e dimenando la coda ritta, ma senza avanzarsi.

— Non ti ho chiesto se si vedono cagnolini neri; ti ho chiesto se si vedono cristiani.