Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 47 — |
teva la fronda sul fuoco e lo spinse lontano: la fiamma si riunì, corta e violacea, e il fumo salì dritto come una colonna nera.
Paska riprese la sua storiella.
— Dunque zia Orca trottava avanti, spazzando il terreno con le sue ciglia. E cammina cammina dicono che arrivò a casa sua: prese il ragazzo e lo chiuse entro una cassa. Voleva farlo ingrassare per poi mangiarselo; ma lui ogni giorno, quando l’Orca gli diceva di mostrare il mignolo per un bucherellino, mostrava la coda d’un topo che aveva trovato entro la cassa.
— Ma.... e come mangiava? — domandò piano piano Efisio, tirando la sottana di Paska. — E l’Orca non poteva vederlo quando apriva la cassa?
— Lasciami stare, non lo so! Dunque, quando mostrava la coda del topo, dicono che zia Orca, vedendo che non ingrassava mai, lo tirò fuori dalla cassa e lo mise a fare il servo. Dicono che gli consegnò cento e una chiave....
Il padrone cominciò a ridere di un riso nasale rumoroso.
— L’ho detto io che c’entravano chiavi....