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dei suoi lucidi capelli castanei, rialzato sulla breve fronte bianca che splendeva come l’avorio, aveva riflessi di rame dorato: e riverberi rossastri sfioravano il suo corsetto aperto sul davanti, e il petto della sua camicia dalle pieghe inamidate e sapientemente disposte.

Quando ebbe scelto il posto, attraversò con baldanza di giovine gazzella dai fianchi ondeggianti tutto lo spiazzo illuminato dal fuoco, e balzò felinamente su una sporgenza di roccia. Di là dominò la scena col fulgore dei suoi limpidi occhi castanei dalle lunghe ciglia. Le fu subito gittato il fazzoletto sul seno, e uno studente si sdraiò supino ai suoi piedi e cominciò a stuzzicarla con un bastoncino.

— Stia secco, lei, — ella disse, raccogliendosi le sottane intorno alle gambe; e gli scaraventò il fazzoletto sul volto.

— Penitenza! — urlarono d’ogni parte.

— Io non gioco! Non è vero che non gioco, padrone? — gridò Paska.

— No, tu fai davvero! — rispose la voce nasale.

— È colui il suo padrone? — si domandò Melchiorre: e capì subito l’istintiva antipatia che il fanciullo delle ca-