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— Chi mi tocca? Cosa volete?
— Dov’è andato Melchiorre?
— Ne so molto! È uscito, non c’è, o ci sarà; non lo so. Lasciatemi dormire.
Zio Pietro si sentì paurosamente solo.
S’alzò, si sedette sul limitare della capanna, e ascoltò.
Il mistero della notte era completo; il bosco rombava di nuovo, col fragore di un torrente: un roteare d’acque fredde, torbide, che si perdevano in nere lontananze. Nessun altro rumore. Il cieco ricordava altre notti, e gli sembrava di vedere le roccie nere nell’ombra, e nel cielo incolore la Via lattea che descriveva appena una traccia di candore vaporoso: ad oriente una nebbia grigia e triste, e sulle montagne, fra la nebbia un fuoco vermiglio che sembrava un fiore di melograno.
Altri lavoratori erano lassù, e dissodavano la montagna; e la luce dei lentischi incendiati mandava un saluto ai solitari pastori dell’Orthobene.
Ma zio Pietro, nella sua tenebra profonda, dava ascolto solo al lamento di solitudine e d’abbandono del bosco, e gli sembrava d’esser circondato da un freddo gorgo d’acque nere.