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se bevuto tutto il sangue del suo nemico. Ad un tratto, nel silenzio grandissimo, sento un lontano galoppo di cavalli. La luna s’era schiarita: ci si vedeva come di giorno. Io mi butto per terra, attacco l’orecchio al suolo e sento che il galoppo dei cavalli è proprio sulla strada percorsa da me: son «loro», i soldati, sono i cacciatori che inseguono la fiera.... Monto di nuovo a cavallo, sprono, batto i fianchi della bestia, che va, ma zoppica e nitrisce. E il galoppo lontano si fa vicino, sempre più vicino... In fede mia, mi pareva come in quelle fiabe, quando l’Orco insegue Mariedda. Nostra Signora mia del buon Consiglio, che fare? Sono perduta. I soldati son così vicini che devono sentire il trotto del mio cavallo. Io non vedo via di scampo: la campagna è rasa, liscia come la palma della mano; solo la strada è assiepata ed ha qualche giravolta: in fondo sorge un albero grande quanto una capanna. Nostra Signora mia del Rimedio, salvatemi voi: vi farò celebrare sette messe, vi donerò tanta cera quanto pesa Colomba, povera orfana.

Il Parente (raschia e sputa). Ebbè, che