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orizzontarsi meglio e quasi di riconoscere il luogo, giacchè il bastone sfiorava macchie e cespugli dal grato profumo; e un mormorio di alberi saliva dalle chine sottostanti.
— Devo esser a Cuccuru Nieddu, — pensò. — Cammino da tanto tempo, e non mi trovo distante che una mezz’ora dall’ovile. Ho ben girato e rigirato.
E sentì che la sera avanzava, poichè gli uccelli tacevano nei loro nidi, e le pietre e le macchie esalavano quella speciale fragranza umida che dà loro l’ombra. A zio Pietro doveva ben poco importare che la notte calasse, poichè non poteva esser più nera di quella che lo dominava: eppure egli aveva paura dell’ombra e l’avvicinarsi della notte sembrava aumentare il suo buio interno.
Un brivido cominciò a fargli tremare le mani e le ginocchia; sentiva la gola stretta, lo stomaco duro, la testa pesante come i macigni su cui scendeva trascinandosi; ma non pensava a fermarsi.
Qualche cosa d’arcano e d’irresistibile lo attirava: che cosa? Melchiorre, o il vuoto, il pericolo?
E la fatale discesa continuò. Le mani graffiate dalle pietre ardevano e pulsa-