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L’aspra fragranza delle nuove felci esalava intorno: egli dovette proceder ancora più cauto e lento attraverso la molle vegetazione rinascente, e intanto il passo del cavallo, lontano ormai, sfumò vie più, riducendosi quasi ad un fruscio, percepibile appena dal suo fine udito. Una volta egli cadde lungo disteso sul dorso; non si fece male perchè l’erba attutì il colpo, ma perdette il bastone e dovette a lungo brancicare qua e là per ritrovarlo. In questa ricerca affannosa cessò di por mente al passo, e questo gli sfuggì del tutto.

Quando, ritrovato il bastone, si sollevò, gli parve di essersi smarrito in una solitudine insidiosa: ebbe l’impressione che qualcuno che prima lo accompagnava lo avesse perfidamente abbandonato, e disperò di arrivare a Nuoro.

Invano le orecchie tese cercavano di raccogliere i suoni più lontani e vaghi: nel tiepido tramonto non si muoveva una foglia, e il gorgheggio di qualche gazza accresceva il silenzio del luogo.

Zio Pietro pensò che doveva aver fuorviato verso nord, se non incontrava nessuno, se non udiva un passo umano; poichè in quella stagione la montagna era