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fuoco, con la coda attortigliata alle due zampine anteriori, conservava negli occhi socchiusi verdi come due smeraldi un’espressione di beatitudine profonda.
Passarono i giorni; gli amici si stancarono di visitare il vecchio, l’ovile desolato parve un eremo: Melchiorre non tornava. Zio Pietro non mangiava, non beveva, non si muoveva: il suo cranio si fece pallido, la barba ingiallì.
— Voi diventate matto, — gridava Basilio, con disperazione sincera. — Se continuate così, diverrete presto un cadavere, e quando Melchiorre tornerà, troverà ben in ordine le cose sue! Bel guadagno fate, zio Pietro! La giustizia si mangerà tutto.
— Portami a Nuoro, Basilio.
— Portami un corno! Voi restate qui, ve lo giuro, che mi escano gli occhi, e mangiate e bevete, e state forte, che le cose si rimedieranno.
Zio Pietro non protestava; taceva, curvava il volto sul bastone; ma il suo silenzio era più triste d’ogni querela. Allora Basilio cercava di intenerirlo; gli si inginocchiava davanti come un bimbo, e porgeva latte e pane.
— Mangiate, zio Pietro, siate buono, piccolo zio mio, siate buono. Che ne ri-