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— Miele. Assaggialo.
Siccome egli esitava, zia Bisaccia cacciò vigorosamente un dito nella pentola, e sollevandolo gocciolante di miele glielo accostò alle labbra. Sulle prime egli torse il visino; poi non solo succhiò, ma leccò il dito di zia Bisaccia.
Rimasti soli, Paska, ferma accanto alla porta, chiese a Melchiorre cosa voleva da lei.
Cosa voleva? Egli se n’era quasi scordato.
— È tardi, — ella disse guardando fuori. — Spìcciati chè i padroni m’aspettano.
— Il padrone t’aspetta? Vai a letto tutte le sere col padrone?
— Il diavolo ti porti! Ricominciamo?,.. Son venuta per questo?
— Sì, per questo, — egli gridò afferrandole un braccio. — È vero che hai detto questo, questo e quest’altro? Che io sono un ladro, un manutengolo? Che il carcere mi aspetta? È vero, di’: ripetile a me, queste cose, subito, altrimenti ti farò vedere chi sono io! Sono stan-