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— Non è tornata ancora. Avete fatto prima di lei, forse.

— Prima. Siediti qui, Efes. — Paska fece sedere il bimbo sulla panca davanti al focolare, accanto a lei, e lo strinse a sè, quasi per difendersi caso mai Melchiorre.... Il cagnolino, seguito dall’inquieto sguardo di Efes, girava per la cucina fiutando ogni cosa; e sempre il campanellino suonava e il collare splendeva. Quanti ricordi amari per Melchiorre!

Ritto davanti al focolare, egli fissava avidamente Paska con uno sguardo d’odio e di passione.

Gli sembrava che senza la presenza di quel bimbo, che gli riusciva odiosa e nello stesso tempo lo intimoriva, avrebbe ancora percosso sua cugina, gettandola a terra e calpestandola. E in pari tempo, la bocca rossa e fresca di lei, il suo viso infantile, le sue movenze graziose, gli ricordavano Benturedda rozza e dalle labbra grosse come quelle di una mora, e aumentavano il suo disgusto per la fidanzata. Con tenerezza e con desiderio ricordava i baci dati a quella bocca di rosa e di fuoco, che gli sorrideva così vicina eppure tanto lontana. Perchè tanto lontana? Oh, no, se fossero stati