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Melchiorre avevano riannodato la loro relazione e che Basilio era il messaggiero. La cosa fu riferita a zia Bisaccia, quindi al pastore.
— Cos’è questo pasticcio? — egli chiese al mandriano. — Che hai tu da vedere con quella...?
Al nome insultante Basilio sentì il sangue montargli al capo.
— Ebbene, volete saperlo? Sono il suo fidanzato! Cosa avete da dir voi? La sposerò.
Melchiorre si mise a ridere: una risata che gli gonfiò il petto e gli illuminò gli occhi. Da quanto tempo non rideva così! Basilio avrebbe preferito uno schiaffo.
— Oh, oh! ah, ah! — gridava Melchiorre, curvandosi e battendosi le mani aperte sulle anche. — Dubitavo della cosa; ma che fossimo a questo punto!... Buona fortuna, buona fortuna!
Non disse altro, non insultò, non scacciò Basilio, come questi temeva; non mostrò alcun rancore, non nominò mai più la cugina. Ma Basilio da quel momento s’accorse d’essere trattato con beffa continua, con ostentata compassione, con mal celata diffidenza. E se ne sentì