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forme e l’orizzonte era chiuso da densi vapori.

Sotto la luce triste dell’alba il bosco sembrava una misteriosa accolta di fantasmi.

Basilio entrò nella mandria, ove il tepore delle capre aveva convertito la neve in fango, e curvo, spingendo con le anche le povere bestie quasi assiderate, tentò di pulire alla meglio il recinto. I capretti ricominciavano a belare, spingendo il musetto fra le siepi del riparo; anche le capre belavano lamentandosi. Curvo, spazzando il suolo con una scopa di ginestra secca, che non faceva che tracciare un’infinità di graffiti sul fango, Basilio spingeva sempre coi fianchi le bestie, parlando loro ad alta voce, imprecando e seguendo il filo dei suoi pensieri.

— E se venissero i carabinieri e l’arrestassero, che colpa ne avrei io? Non potrei andarmene ad assidare, e così non aver tempo d’avvertirlo, se mai venissero? Ma.... e poi?... Non mi torna conto. Forse, non trovando subito altro padrone, dovrei tornarmene al mio paese. E allora? E lei?

Si sollevò col volto sorridente.