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tra cinghialessa ammazzata qualche giorno prima, e veniva con la lieta speranza di scaldarsi al fuoco amico e di giuocare a carte con Basilio.
Giunto presso la capanna si scosse la neve di dosso, la scostò coi piedi dall’apertura ed entrò.
— In nome della legge, ti arresto, — disse il carabiniere di destra, afferrandolo per il braccio. Egli spalancò gli occhi, impallidì, fece un istintivo moto per fuggire; ma anche l’altro carabiniere gli fu sopra e gli strinse i polsi con qualche cosa di più gelato della neve: le manette.
— Mettetemi anche una corda! — disse allora beffardo, scuotendo le mani legate. — Giovanni Tolu, il famoso bandito che arrestate! Vi metteranno la medaglia!
— Tira avanti! — disse uno dei carabinieri, battendogli sull’anca il calcio del fucile.
— Mi hai fatto tu la spia, vigliacco? Me la pagherai! — gridò il prigioniero, rivolto a Basilio.
— Tira avanti! Tira avanti!
Lo spinsero fuori rudemente.
— Vi tirino i cani! — egli gridò; e procedette a salti, senza voltarsi, senza por mente alle proteste di Basilio.