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occhi fuori dell’apertura, procurando di vedere senza esser veduti

— Tu sta lì e non fiatare; fuori fa troppo freddo, — dissero a Basilio.

Egli obbedì, silenzioso, con le gambe lunghe distese: la suola dei suoi scarponi fumava parata al fuoco. Per ingannare l’ansiosa attesa prese la lepre fra le gambe e cominciò a farle eseguire qualche giuoco. Il gatto spaventato avea cercato di scappare, ma impeditone dalla neve s’era nascosto fra le stuoie: il cane abbaiava ferocemente.

I carabinieri guardavano ogni tanto Basilio, senza degnarsi di rivolgergli oltre la parola: l’ora passava; a un tratto egli li vide tirarsi rapidamente indietro con uno slancio felino, appiattandosi uno per parte dell’apertura, nell’interno della capanna.

— È qui! — pensò, gettandosi indietro la lepre e carezzando il cane per farlo tacere. Il figlio di zia Bisaccia veniva a grandi passi, un po’ curvo, affondando i piedi bagnati nella neve già alta. Era stato a caccia, giù, nel versante sud-ovest della montagna; aveva scovato una cinghialessa che allattava i suoi e i piccini di un’al-